Il Tempo del “Ne parliamo a Settembre” fra ansie e desideri
di Giacomo Lipsi
Medico Psicoterapeuta
Spec. in Psichiatria presso “Polic. Riuniti” di Foggia
Centro di Psicoterapia “Essere sé”
Il “Ne parliamo a Settembre” (di quale anno spesso non è risaputo) è sicuramente una delle frasi che più si sente ripetere. Nuovi inizi con le relative “nuove aspettative”, in ambito psicologico sono spesso associati all'effetto "Fresh start", ovvero la tendenza a impegnarsi in nuovi obiettivi dopo eventi di “passaggio”, che simboleggiano una nuova partenza. Questi eventi possono rientrare nella sfera personale (come un compleanno o un cambio di lavoro) o far parte di eventi più ampi (come l'inizio di un nuovo anno scolastico o di un nuovo periodo di vita). Fatto sta che vi è la tendenza ad impegnarsi in “buoni propositi” dopo periodi che segnano un cambiamento o una pausa. Dopo pianificazioni e ripensamenti in ordine di priorità, ansia e timore del fallimento fanno da cornice in un “tempo incerto” che, dopo il procrastinare, giunge a termine.
Cambiamento e incertezza spaventano. In secondo ordine viene considerata l’opportunità come occasione di trasformazione e crescita personale, che va ad aumentare la consapevolezza di sé.
Si parla di “Riti di iniziazione” come pratiche rituali che segnano il passaggio di un individuo da uno status sociale o da una fase di vita ad un'altra, sempre dettati dalla società di appartenenza e si modificabili nel tempo. Questi riti, complessi e simbolici, hanno lo scopo di trasformare l'identità dell'individuo e integrarlo in un nuovo gruppo o ruolo sociale. Basti pensare ai relativi cambiamenti che nel tempo si sono sviluppati intorno ai festeggiamenti di un matrimonio o di una laurea o di un diciottesimo. Si parla di “Riti di passaggio all'età adulta” come ad esempio il passaggio formale alla maggiore età con le relative responsabilità o “Riti di passaggio familiari” come ad esempio il matrimonio o la nuova nascita di un bambino. Esempi di come la società interviene nel plasmare la dimensione intra-psichica in modo prorompente. “Prove di maturità” tanto importanti quanto inevitabili che segnano il superamento di fasi di vita, aiutando l'individuo ad affrontare il cambiamento e ad accettare il nuovo status con una valenza trasformativa. Difatti, attraverso il rito, l'individuo apprende le norme, i valori e i miti del gruppo, interiorizzandoli e diventando parte integrante della cultura di appartenenza, contribuendo alla formazione dell'identità, all'integrazione sociale e alla gestione dei cambiamenti nel ciclo di vita.
L'iniziazione è un processo di trasformazione personale necessario, la cui celebrazione aiuta nel processo di accettazione ed integrazione nel nuovo status, evocando emozioni, pensieri e comportamenti che divengono profondamente radicati nella psiche individuale.
Carl Gustav Jung psichiatra e psicoanalista, fondatore della psicologia analitica, parlava di un "viaggio dell'anima" verso la propria pienezza, un percorso di trasformazione interiore, psicologico e spirituale, dove l'individuo si confronta con le proprie ombre e archetipi, manifestazioni del proprio inconscio. Un processo di ri-scoperta del proprio sé autentico, in relazione al mondo esterno che trova nei cosiddetti “nuovi inizi” la massima espressione.
Se da un lato affiorano ansie, paure e preoccupazioni, dall’altro emerge prorompente il desiderio di cambiamento. Il fattore tempo, con le relative pause e scadenze, in relazione al desiderio ci spinge alla ricerca di strategie per raggiungere ciò che si desidera e funge da cornice in cui i desideri prendono forma e si realizzano.
Gestire il tempo in modo efficace può aiutare a realizzare i desideri e d’altro canto, coltivare i desideri può dare significato al tempo, dando una direzione alla nostra vita. Un esempio può essere quello di un bambino che desidera ricevere in dono un giocattolo. Se i genitori soddisfano immediatamente ogni desiderio, ogni richiesta, il bambino non impara a valorizzare l'attesa dettata dal tempo e né tanto meno sarà in grado di capire l'impegno necessario per ottenerlo. Al contrario, se il bambino deve aspettare e impegnarsi per guadagnare il giocattolo, impara a riconoscere il valore dell'attesa. È dal valore dell’attesa che ne deriva conseguentemente il piacere della conquista.
