Fra stigma, stereotipi e pregiudizi in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale
di Giacomo Lipsi
Medico Psicoterapeuta
Spec. in Psichiatria presso “Polic. Riuniti” di Foggia
Centro di Psicoterapia “Essere sé”
Alcolizzati o “etilisti”, drogati, tossici o tossicodipendenti. Psicotici, disagiati, dissociati, depressi, violenti, asociali. L’elenco potrebbe essere ancora più lungo. Di certo, molti sono i termini che utilizziamo quotidianamente per descrivere persone affette da qualche problematica profonda o squilibrio interiore, che testimoniano un disagio spesso inconsapevole.
Parole d’ordine e attuali: minimizzare, ridimensionare o ridicolizzare.
Purtroppo, ogni definizione si porta con sé una “ghettizzazione”, costituisce uno stigma che contribuisce a creare isolamento, esacerbando la sofferenza. C’è un disagio, definito da alcuni un “disagio diffuso”, una condizione di malessere generale e malessere psicologico che si manifesta in molte persone, tal volta in modo subdolo e senza una causa specifica evidente, che solo occasionalmente emerge sì dà chiedere aiuto, evento molto più raro di quel che si possa pensare.
Si parla di “malattie mentali sotto-diagnosticate”, come un problema significativo soprattutto per quanto riguarda disturbi meno evidenti, con molti individui che non ricevono diagnosi e trattamenti necessari e nei giusti tempi, con compromissione del funzionamento sociale e lavorativo, spesso come unico campanello di allarme.
Insoddisfazione generale, insicurezza, bassa autostima. Non si tratta di una singola patologia, ma piuttosto di un insieme di sensazioni soggettive che possono influire sulla qualità della vita, spesso attenzionate solo quando spaventano, imbarazzano. Dietro la cortina della consuetudine, si nascondono in realtà classici “luoghi comuni”, indicativi di poco apertura verso la diversità.
Disagio e diversità sono due facce della stessa medaglia, una medaglia che si porta come distintivo nella società contemporanea, che spesso diventa “etichetta”, perdendo la sua finalità diagnostico-terapeutica e trova proprio nei “luoghi comuni” la sua massima espressione.
Lo stigma sociale scoraggia le persone dal cercare aiuto, dal rivelare i propri sintomi e come un “marchio negativo” viene attribuito a individui percepiti “diversi” rispetto alle norme sociali, che deviano dai preconcetti comuni.
D’altro canto, la mancanza di consapevolezza rappresenta uno scoglio importante da superare, in quanto molte persone potrebbero non riconoscere i propri sintomi come segnali di un disagio e questo non fa altro che prolungare la condizione di sofferenza. Stereotipi, pregiudizi o semplificazioni, generalizzazioni ampiamente condivise all'interno di un gruppo sociale o culturale si traducono in superficialità, mancando di analisi critica, basandosi su apparenze, credenze o percezioni che dal “soggettivo” influenzano il sentire comune, divenendo “oggettivo”.
Ma quanto fa male questo costante modo di agire volto a sminuire il disagio mentale? Quanto è allarmante l’incomprensione dilagante su tematiche così profonde che riguardano l’aspetto della salute mentale?
Quando star male significa vergognarsi, l’esito è quello dell’isolamento sociale e dell’emarginazione, alimentando una clima di incomprensione ove una richiesta di aiuto spesso viene trascurata, se non ridicolizzata.

Eppure i dati relativi alla salute mentale in Italia indicano che circa un italiano su cinque sperimenta il disagio mentale nel corso della vita, con una prevalenza maggiore tra le donne. L'ansia e la depressione sono i disturbi più comuni - circa il 7-10% della popolazione adulta soffre di disturbi d'ansia e il 5-8% di depressione, secondo l'Istituto Superiore di Sanità (ISS). Ansia e depressione sono i disturbi più diffusi con maggior incidenza fra donne e giovani, seguiti da disturbi legati all'abuso di sostanze, disturbo bipolare e schizofrenia. Secondo il World Mental Health Day Report condotto da Ipsos (2024), circa il 40% delle donne della Generazione Z, ovvero la fascia di individui nati tra la metà degli anni '90 e i primi anni 2010, ha dichiarato di sentirsi spesso triste, mentre il 54% dei giovani di questa fascia di età ha riferito di aver vissuto episodi di stress tali da non poter svolgere attività quotidiane, come andare al lavoro o a scuola.
Ruolo fondamentale è promuovere una maggior consapevolezza della salute mentale, un aspetto molto importante nel processo di cura perchè aiuta a comprendere il significato di alcuni comportamenti, garantire l'accesso ai servizi di cura e sostenere iniziative di prevenzione in ambito salute mentale per far fronte all’emergenti problematiche in questo delicato ambito. “Le etichette usiamole per i vestiti”, citando una delle molteplici campagne contro lo stigma, nella Giornata della Salute Mentale che si celebra ogni anno il 10 del mese di Ottobre, proprio per sensibilizzare la popolazione su un tema così rilevante.
