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Elce Magazine

CONVENTO SANT'ANTONIO di Deliceto

2025-11-01 08:31

Viola Nigro

Borghi, Arte e Cultura,

CONVENTO SANT'ANTONIO di Deliceto

La Rinascita di un complesso cinquecentesco    Di: Arch. Alfonsina Ippolito, capogruppo del Team di Progettisti

 

 

 

La Rinascita di un complesso cinquecentesco

 

 

 

Di: Arch. Alfonsina Ippolito, capogruppo del Team di Progettisti

 

 

Il 19 settembre scorso, le porte del Convento Sant'Antonio si sono riaperte in un modo nuovo e significativo. L'inaugurazione della struttura ricettiva ricavata al primo piano non è stata solo la presentazione di un cantiere terminato, ma la celebrazione di una rinascita per la nostra comunità.

L'evento ha registrato una calorosa partecipazione dei cittadini di Deliceto, desiderosi di rivedere l'edificio riaperto, e ha visto la presenza di diverse cariche istituzionali, tra cui il Vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, il Presidente del GAL Meridaunia, Pasquale De Vita, il Sindaco di Deliceto Pasquale Bizzarro e diversi amministratori locali. Si è tenuto inoltre un breve convegno di presentazione, coordinato da Adriana Natale, consigliere comunale con delega al Turismo e Cultura, a cui, oltre ai nomi citati in precedenza, sono intervenuti il professor Antonio Riondino, docente del Politecnico di Bari, e la sottoscritta, in qualità di capogruppo del team di professionisti che ha curato l’intervento di recupero.

 

Vedere tale partecipazione ha confermato che questo progetto è un atto d'amore e di sviluppo per il nostro territorio.

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Parliamo di un monumento che fa parte della storia di Deliceto

 

La sua storia affonda le radici nel 1510, quando il marchese Giambattista Piccolomini donò il terreno su cui è stato eretto alla comunità locale dei Frati Minori Osservanti. Per quasi tre secoli, questo luogo è stato un cuore pulsante di spiritualità e vita sociale. La chiesa annessa, completata nel 1660, con il suo stile barocco e i suoi tesori d'arte, testimonia la ricchezza del passato di questo luogo.

 

Tuttavia, dopo la soppressione degli ordini religiosi, il convento ha subito un lento declino e diversi usi nel tempo: ha custodito tra le sue possenti mura tante vite ed è stato persino utilizzato come Caserma dell’Arma dei Carabinieri e carcere.

 

Il progetto che ho avuto l'onore di coordinare, insieme al Geom. Pasquale Tocco e all’Ing. Giuseppe Paciello, è nato proprio dalla volontà di interrompere questo processo di degrado e di ridare al Convento una nuova vita, non solo come patrimonio da ammirare, ma come luogo vivo e accogliente: una moderna "architettura dell'ospitalità".

 

Il lavoro ha richiesto una solida base finanziaria: è stato infatti finanziato in parte con fondi concessi dal GAL MERIDAUNIA, nell’ambito del Fondo F.E.A.S.R. e del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Puglia 2014 – 2020, Azione 1.3.5, destinata specificamente a incentivare l’offerta turistica attraverso il recupero di manufatti nei centri storici, e cofinanziato dal Comune di Deliceto (FG).

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Il recupero si è articolato in tre fasi essenziali: la prima ha riguardato il consolidamento strutturale del complesso. Siamo intervenuti su buona parte delle murature, assicurando che l’edificio possa resistere nel tempo, nel pieno rispetto della sua architettura originale. La seconda, è stata la realizzazione di tutti gli impianti. La terza, fondamentale, è stata quella di recupero funzionale.

 

Data la valenza storica del bene, era imperativo procedere con il massimo rigore. Per questo, ogni scelta progettuale e tecnica è stata attentamente valutata ed approvata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta – Andria – Trani e Foggia nel pieno rispetto dell'architettura originaria dell'edificio.

 

La sfida più affascinante, che ha rappresentato il cuore del recupero funzionale, è stata conciliare la moderna esigenza ricettiva con la rigorosa suddivisione spaziale del piano superiore, originariamente composto da venti celle di piccole dimensioni.

Per ottenere camere confortevoli e dotate di servizi igienici autonomi (otto camere, con la possibilità di ospitare fino a 15 persone contemporaneamente), è stato necessario unire le vecchie celle. Questa unione è stata gestita con il massimo rispetto per la suddivisione originaria: sono stati aperti alcuni passaggi e ne sono stati chiusi altri, ma in modo che la storia del luogo sia ancora leggibile. Ad esempio, laddove un passaggio è stato chiuso, lo si è fatto solo per metà della profondità del muro e nella porzione restante sono state installate mensole in legno. Questo accorgimento assicura che il visitatore, percorrendo i corridoi, possa ancora leggere la scansione originale degli ambienti. 

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Il progetto ha visto inoltre la realizzazione di tutti i nuovi impianti (elettrico, termico, idrico, antincendio, videosorveglianza, etc.), essenziali per garantire un elevato comfort agli ospiti. Infine, l’installazione di un elevatore garantisce la piena accessibilità ai visitatori, permettendo a chiunque di godere della bellezza e della storia di questo luogo.

 

Attualmente, alcuni degli spazi comuni al piano terra sono stati riqualificati per ospitare le funzioni di reception e accoglienza.

Attraverso questo lavoro ricco di sfaccettature, che ha unito fondi pubblici, rigore progettuale e supervisione conservativa, l'austero complesso si è trasformato in una meta di ospitalità unica, che onora la sua lunga storia e si proietta come elemento vitale per il rinnovato richiamo turistico della nostra comunità.

 

La rinascita del Convento Sant'Antonio è un percorso iniziato dal primo piano dell’immobile. L’impegno è quello di restituire alla comunità l'intero edificio. A questo scopo, il piano terra del complesso è già oggetto di un'ulteriore progettazione mirata a completare il recupero funzionale degli spazi rimanenti. L'obiettivo è quello di rendere il Convento un vero e proprio polo vitale per Deliceto.

 

Questa visione di completa rigenerazione attende ora di trovare il necessario finanziamento così da poter completare la nostra "architettura dell'ospitalità" e rendere definitivamente il Convento Sant'Antonio un patrimonio pienamente recuperato e a disposizione di tutti.