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Elce Magazine

Agricoltura in Crisi: La Protesta degli Agricoltori Italiani che Lottano per il Futuro

2025-01-08 16:40

Viola Nigro

Agricoltura in Crisi: La Protesta degli Agricoltori Italiani che Lottano per il Futuro

“Noi siamo un gruppo di agricoltori che, a gennaio, abbiamo iniziato a protestare per necessità” esordisce così Leonardo Di Stefano, che insieme a Giuseppe Nigro e Donato Padalino, ho avuto il piacere di incontrare in un freddo sabato di novembre.



Il 24 gennaio 2024, in particolare, è stato un giorno significativo: un presidio pacifico è stato organizzato dagli agricoltori dei monti dauni, i Nostri Agricoltori. Grazie all'impegno di Leonardo Di Stefano, Pasquale Di Sapio e Leonardo Danaro, sono iniziati giorni di protesta che si sono protratti per circa un mese. "Siamo tutti agricoltori professionisti e viviamo al 100% di agricoltura", spiegano. Una protesta pacifica, ma determinata, contro una crisi che rischia di compromettere il futuro dell'agricoltura in Italia. Questi agricoltori, che lavorano la terra da generazioni, sono scesi in piazza per difendere il loro lavoro e le loro terre, ma anche per combattere una battaglia che riguarda tutta la nazione: quella per un’agricoltura sostenibile, giusta e rispettosa della salute pubblica. La protesta è iniziata con un primo presidio a Candela, senza il supporto dei sindacati, che non hanno fornito un reale sostegno a questa lotta, gli agricoltori si sono trovati soli, ma determinati a farsi sentire. All'inizio, molti di loro non si conoscevano. Tuttavia, il terzo giorno dei presidi, hanno iniziato a scambiarsi numeri di telefono, formando una solida rete di comunicazione e solidarietà. Da allora, hanno organizzato presidi in diverse zone della Puglia. 


Dopo alcuni giorni di protesta, hanno costituito l'Associazione Monti Dauni e Tavoliere, con Leonardo Di Stefano come presidente, affiancato da Leonardo Danaro, Giuseppe De Vitto, Rocco Marino e Pasquale Di Sapio. L'associazione non si occupa solo di agricoltura, ma affronta tutte le problematiche locali, un vero e proprio supporto. Nonostante le difficoltà, gli agricoltori sperano che il gruppo cresca. “Abbiamo aperto uffici a Rocchetta Sant'Antonio e Ascoli Satriano, dove forniamo supporto e promuoviamo prodotti locali" mi dice Leonardo. In nome dell’associazione, a marzo, Leonardo si reca al Ministero dell’Agricoltura e il 18 novembre, a Palazzo Dogana, ha incontrato, con la collaborazione del consigliere comunale di Candela Nino Santarella, il Presidente della Provincia di Foggia Giuseppe Nobiletti per far fronte alle problematiche sollevate dall'associazione stessa riguardanti la manutenzione di strade, cunette e canali di competenza provinciale. Presenti al tavolo tecnico inoltre Pasquale Di Sapio, Rocco Marino e Donato Padalino dell'Associazione Monti Dauni e Tavoliere. Il Presidente Nobiletti, con l'ausilio di Antonio Di Carlo, ha accolto con piacere le istanze riportate e con spirito di collaborazione, si è reso disponibile a sostenere l'attività di ricognizione e segnalazione delle problematiche di un territorio già segnato da gravi disagi. La risposta dell'Ente Provincia rappresenta un piccolo grande risultato. “Continueremo su questa strada coinvolgendo anche i Comuni e gli Enti territoriali affinché nessuna esigenza rimanga inascoltata



Le motivazioni della protesta sono molteplici e complesse. In primo luogo, c’è il grave squilibrio tra i prezzi pagati e i costi di produzione. Il prezzo del grano, ad esempio, è crollato a 31 euro per quintale, sono 750 euro compreso di aiuti comunitari, ben al di sotto dei costi di produzione che variano tra 900 e 1200 euro per ettaro. "Vendiamo al di sotto dei costi, senza riuscire nemmeno a coprire le spese", spiegano. Le difficoltà non riguardano solo il grano, ma tutta la filiera agricola.



Un altro tema centrale della protesta è l’invasione dei prodotti agricoli stranieri. Molti prodotti, come il grano, arrivano dall'estero, spesso a un prezzo inferiore a quello che gli agricoltori italiani riescono a ottenere per i loro prodotti. I commercianti preferiscono quindi acquistare grano estero piuttosto che nazionale, perché è più economico. Nei pacchi di pasta italiani, c'è poco o nulla di grano italiano. In Italia, inoltre, ci sono prodotti vietati per la coltivazione, ma lo stesso raccolto viene importato da altri paesi dove sono ancora permessi, creando un evidente controsenso. La stagionalità dei prodotti è ormai scomparsa e gli agricoltori lottano per promuovere il consumo di prodotti locali e di stagione. Anche l'olio d'oliva importato dalla Tunisia, che non segue gli stessi standard di qualità, viene venduto ad un prezzo inferiore, mettendo ulteriormente in difficoltà gli agricoltori locali. Le spese generali sono troppo elevate. Il gasolio agricolo è aumentato e la pressione fiscale aggravano la situazione.



Il governo ci offre solo piccole agevolazioni invece di intervenire sui costi o aumentare il valore dei nostri prodotti”.



Le difficoltà non si fermano qui. Gli agricoltori lamentano anche il problema della siccità e la scarsità di acqua, che ha messo in ginocchio le coltivazioni in molte zone della Puglia e del sud Italia. Nel mese di agosto, infatti, centinaia di ettari di terreno sono stati abbandonati per mancanza d’acqua, con un danno economico che si traduce in perdite enormi per le famiglie agricole. Nonostante ciò, continuano ad arrivare bollette dell'acqua da pagare. “Una soluzione potrebbe essere l'uso di dissalatori, già adottati con successo in altre parti del mondo” dice Leonardo.



Un’altra questione urgente sollevata dagli agricoltori riguarda la sicurezza nelle campagne, sempre più a rischio a causa della crescente delinquenza. "Siamo costretti a inseguire le bande che rubano nelle nostre terre. Le forze dell'ordine sono poche e non riusciamo a proteggere le nostre proprietà", raccontano. Il problema della sicurezza si estende anche alle infrastrutture, come le strade provinciali, che sono in uno stato di totale abbandono.



Il problema, però, è che i giovani sembrano non vedere più un futuro nell'agricoltura. "Oggi non c’è più motivazione per i giovani. Se vedono che il padre o il nonno sono demoralizzati, preferiscono andare altrove", ammettono i presenti. Un problema che ha radici profonde, legato alla mancanza di politiche concrete per il sostegno dei giovani agricoltori e alla difficoltà di far fronte ai costi sempre più alti.



Nonostante tutto, il gruppo di agricoltori non si arrende. L’obiettivo è chiaro: ottenere un giusto prezzo per i loro prodotti, difendere la qualità dell’agricoltura italiana e sensibilizzare il pubblico e le istituzioni sulla gravità della situazione. "Noi vogliamo fare agricoltura per il bene dei nostri figli e per il futuro del nostro paese", concludono.



La loro lotta non è solo una battaglia per il settore agricolo, ma una difesa del territorio e della salute dei cittadini. Il messaggio che gli agricoltori lanciano è forte e chiaro: l'agricoltura italiana ha bisogno di essere tutelata, ma prima di tutto deve essere valorizzata, perché rappresenta una parte fondamentale della nostra identità e della nostra economia.