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Elce Magazine

L'ODORE DEL PRESEPE VIVENTE: Memorie di un Natale

2024-12-23 07:28

Viola Nigro

Borghi,

L'ODORE DEL PRESEPE VIVENTE: Memorie di un Natale

Natale 1987. Avevamo pranzato da Nonna Viola. Probabilmente erano le 15 o giù di lì, quando Mamma e Papà si alzano da tavola e con mia sorella Imma vanno via.


Dovevano fare il Presepe Vivente.


Non ho molti ricordi, ma quelli che ho sono chiari, nitidi. Come delle diapositive a colori proiettate su un lenzuolo bianco. Il frame successivo è davanti alla grotta. Ero con zia Pina, incantata a guardare quella scena meravigliosa, doppiamente familiare. Mio Padre era un perfetto “San Giuseppe”, come quello rappresentato nelle immagini sacre e mia Madre era la “Madonna” più dolce e bella che avessi mai visto, allora, così come oggi. Mia Sorella era un eccellente “Gesù Bambino”. Lineamenti delicati, occhi grandi e riccioli biondi. Se ne stava lì buona buona ad osservarci tutti. Ancora non mi spiego come abbia fatto a stare lì tutto il tempo, ferma e silenziosa (almeno nei miei ricordi era così). In quel quadro vivente c’era poi il bue e l’asinello, il mite pastorello, qualche angioletto e le zampogne.


Riesco ancora a sentire l’odore del fieno umido e delle bestiole. In altri momenti, quell’odore mi avrebbe fortemente infastidito, ma non lì. Non in quel momento. E’ un odore forte, che ti resta addosso, è l’odore del Presepe Vivente. Quel profumo di Santità, di Potenza, di Eterno.


Questa dicotomia tra l’odore umile di una grotta povera e l’Onnipotenza del Dio Eterno, è sempre stata per me qualcosa di travolgente e significativo. E lo percepisci solo lì, davanti a quella rappresentazione.


Di lì in poi, credo di aver partecipato quasi sempre a questa manifestazione sia da spettatrice e qualche volta anche da attrice. Era sicuramente l’evento cult di Deliceto. Non c’era Natale senza Presepe Vivente! Per non parlare dei leggendari figuranti: lu scarpariedd con Mast Rocc Cofano, Pinucc ca vattev lu ffier, l'immancabile famiglia Infante capeggiata da Rocc Scaraijott, Tonino Cappiello, Aldo Rea, Michelangelo, Alfonso, Alessandro Marniedd e tanti altri.


Tra le varie edizioni, ho amato moltissimo quelle svolte nel paese. Non ricordo l’anno preciso, ma in una delle due partecipava mia sorella Imma (Gesù Bambino di cui sopra), insieme a Luigi Nota, detto Piatton. Sotto la direzione del presidente dell’associazione Skaria , Tonino Cappiello, rappresentavano “La Puteij r lu Pataner”. Mio Nonno.


Sia Imma che Luigi discendono da una famiglia di commercianti, quindi è stato entusiasmante unire le forze con i cimeli di famiglia e mettere in scena ad opera d’arte, la bottega di un tempo. Aldilà della questione sentimentale e dell’emozione nell’allestire quello che poteva essere il negozio di famiglia, il Presepe Vivente in paese aveva il suo fascino. Tant’è che un’altra edizione per me molto emozionante, è stata quella che prevedeva l’ingresso dalla porta di Scarano. Forse la mia preferita. 


Il presepe si annidava nelle viuzze più antiche del borgo, quelle sotto al castello. Salendo, ogni porticina ospitava una scena sapientemente curata nei minimi dettagli. Era assolutamente tutto perfetto: le stradine, i colori, i ciottoli, le case strette e irregolari che si susseguivano in un gioco di ombre. Dalle finestre, luci colorate avvolgevano le storie di uomini e donne, di nonni e nonne, di lavoratori, di massaie, di fabbri, di panettieri… e i bimbi che correvano giù per le strade riempiendo i vicoli di risate, di spensieratezza, di libertà e di speranza. Ecco, era tutto perfetto. Realistico. A tutti gli effetti un Presepe a cielo aperto, vero, autentico: Deliceto.


Con il passar del tempo, il Presepe Vivente, ha subìto delle evoluzioni. Per una serie di vicissitudini, non siamo stati in grado di mantenere sempre alto l’interesse. Però va sottolineato il grande impegno della Proloco in primis e di tutte le Associazioni che fattivamente, hanno permesso che questa tradizione si mantenesse e si tramandasse. 


Il Presepe Vivente l’abbiamo inventato noi (permettetemi questa uscita alla Pippo Baudo totalmente falsa, ma realmente percepita). E’ identitario di un luogo che strutturalmente, fattivamente, architettonicamente, è l’esatta riproduzione di un presepe.


Quest’anno la rappresentazione del Presepe Vivente si terrà alla Consolazione. Lì da dove tutto è partito. Nella Famosa grotta del Beato Felice da Corsano che nel natale del 1744 ispirò a S. Alfonso Maria de' Liguori, la pastorale “Tu scendi dalle stelle” il canto più famoso al mondo. Qui a Deliceto. Si, è stata scritta qui. A Deliceto.


E’ anche vero che c’è un’eterna diatriba che ci vede contendere la natività del canto con la città di Nola… ma, per non saper nè leggere nè scrivere, Wikipedia dice che è stato scritto qui e non vedo perché io debba sostenere il contrario. Quindi, signori di Nola, mettetevi l’anima in pace, fatevene una ragione e lasciateci i natali della popolare nenia, così possiamo finalmente emergere e sviluppare un turismo religioso che francamente pure meritiamo. 


Per tutte queste ragioni, e anche di più, credo che concentrarsi su questa manifestazione sia un obbligo non solo culturale, ma anche morale. Magari dobbiamo investire di più, farlo diventare l’evento cult di un tempo… ripotarlo in paese per una serie infinita di motivazioni e far divampare questa nostra meravigliosa tradizione.


Non potete perdervi l’odore del Presepe Vivente. Quel profumo di Santità, di Potenza, di Eterno.


L’odore umile di una grotta povera e l’Onnipotenza del Dio Eterno.


Non potete perdervi “no muorzo e Paraviso”.




di Viola Nigro