di Stefania Piccirilli Pezzi di cartone dismessi, recuperati per strada, addossati alle serrande delle botteghe incontrate lungo il cammino. Tra le braccia si muovono come bambini capricciosi, sfuggenti alla protezione di un corpo materno. Non importa che siano impolverati, scomposti, sporchi: è forte la voce del loro resistere. Il desiderio di rinascita si muove tra le trame irregolari e stropicciate, tra le lettere impresse e sbiadite. I fori che portano addosso, sono ferite da risanare, tagli da cui guardare il mondo oltre il muro della paura. Che cos'è un vecchio cartone? Un nome, un' identità, un colore da inventare. "Nulla è perduto". Mi ripeto ogni volta. "Nulla è da buttar via". Camilla, Michele, Luna, Accanto, diventano amici d'avventura e vita, compagni di silenzi, mani sicure da afferrare senza l'ombra del giudizio, del pregiudizio. Restano immobili nel mio spazio d'arte, tracimano di energia, voglia di ammantarsi di parole leggere nella mia mente. In mezzo al mare dell'abbandono, dove ognuno butta via cose e persone, Ri-dare, restituire una storia che forma catene di libertà, dialoghi muti tra la polvere, tra le rovine degli uomini distratti, è un atto rivoluzionario. Mi piace pensare che i cartoni, cosi come gli oggetti tra cui inciampo per caso, siano volti rarefatti di persone coraggiose, destinate a resistere, a lottare per sopravvivere alle brutture, portatori di una contagiosa bellezza. Non vi è un solo spazio di essi che non possa essere invaso da colori e forme, da tagli che si ricuciano come ferite al passaggio di un solo pennello. Ri -dare. Confidare, affidare mani e idee a ciò che è in attesa di una nuova strada da percorrere. Cosa farne allora di una montagna di carta straccia? Un segno, una strada, un racconto, un balcone da cui osservare il mare. Un grattacielo di abbracci. Una scala d'amore che porti ovunque si desideri. Sempre. Per sempre.
Artista, Disegnatrice, Illustratrice , Pittrice e Insegnante.