di Viola Nigro Era un sabato mattina gelido di gennaio, con la pioggia che scendeva fitta e il freddo che penetrava nelle ossa. Pochi giorni prima, avevamo ricevuto, tramite mail, l’invito dall’Associazione 'La Torre dell’Orologio - Accadia' a partecipare a un incontro-dibattito. Il programma allegato, con le sue proposte affascinanti, aveva suscitato in me una curiosità immensa. Ed è grazie a quella promessa di stimoli e riflessioni che, senza esitazioni, ho deciso di non farmi fermare né dalla pioggia né dalla nebbia. Prima di proseguire, è necessario fare una premessa: quanto troverete scritto in queste righe non potrà mai rendere pienamente giustizia a quella giornata. Sarò costretta a ridurre il tutto a un riassunto freddo e distaccato, ma con la promessa che, nel tempo, condividerò con voi con maggiore dettaglio quanto quel dibattito mi abbia arricchito. “Ciò che ci spinge a fondare questa associazione è la gratitudine per il nostro paese, per la sua storia e le sue tradizioni, e per il desiderio di costruire un futuro che non dimentichi il passato” Con grande entusiasmo, è stata recentemente costituita ad Accadia l’Associazione Culturale “La Torre dell’Orologio”, un progetto che si propone di diventare un punto di riferimento per la promozione della cultura, della ricerca e della formazione sul territorio. L'associazione ha come obiettivo principale la realizzazione di attività in grado di stimolare il dibattito e la crescita intellettuale, attraverso seminari, corsi di formazione professionale, convegni e incontri. Le aree tematiche su cui l’associazione intende concentrarsi sono molteplici e riguardano aspetti fondamentali per lo sviluppo del territorio, tra cui: • agricoltura multifunzionale; • patto città-campagna; • Fer e transizione energetica; • zone economiche rurali (zer); • turismo di qualità; • cura del territorio; • risorse ambientali, paesaggistiche e storico-culturali e archeologiche; • aree produttive e paesaggisticamente ed ecologicamente attrezzabili; • recupero, valorizzazione e rigenerazione del patrimonio edilizio storico ed esistente; • sostenibilità alimentare, salute e prevenzione sul territorio; • azioni strategiche territoriali. In un momento in cui i territori delle aree interne, come quelli dei Monti Dauni, stanno vivendo una fase di cambiamento, l’associazione mira a promuovere strategie innovative per contrastare il degrado e l’abbandono, mirando a un modello di sviluppo sostenibile che migliori la qualità della vita della comunità, non solo di Accadia, ma di tutta l’area interna dei Monti Dauni. Come primo passo concreto, l'Associazione ha organizzato un incontro-dibattito dal titolo “Accadia: La memoria del borgo antico per ripensare il futuro del paese e dei Monti Dauni”, che si è tenuto il 18 gennaio 2025 nella Sala Multimediale del Comune di Accadia. L’evento ha visto la partecipazione di numerose istituzioni e università, tra cui l’Università degli Studi di Foggia, il Politecnico di Bari, l’Università Statale di Milano, e il Ministero della Cultura, attraverso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia. L’incontro ha rappresentato una preziosa opportunità per riflettere sul passato e sul futuro di Accadia, analizzando come l’area interna dei Monti Dauni abbia contribuito allo sviluppo del paese e alle sfide legate agli squilibri territoriali. L’obiettivo è recuperare la memoria storica e rafforzare il legame sociale, al fine di costruire un futuro condiviso basato sul benessere collettivo e territoriale. Il programma dell’incontro-dibattito ha visto Filippo Santigliano, Capo Redazione de La Gazzetta del Mezzogiorno, nel ruolo di coordinatore, è iniziato con i saluti istituzionali di Agostino De Paolis, Sindaco di Accadia e Anita Guarnieri, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, in rappresentanza del Ministero della Cultura. A seguire, sono intervenuti i relatori che hanno affrontato temi centrali per il futuro del territorio dei Monti Dauni: L’incontro ha offerto un’importante occasione di confronto e di proposta per rilanciare lo sviluppo del territorio e contribuire alla costruzione di un futuro più sostenibile per i Monti Dauni. Concludo ricalcando le parole del presidente Salvatore Pece: “La nostra sfida è grande, ma la nostra determinazione lo è altrettanto. La memoria storica è un punto fondamentale, e la nostra generazione ha il privilegio di essere il ponte tra il passato e il futuro. Se non guardiamo al nostro passato con consapevolezza, rischiamo di perdere la nostra identità. Siamo qui per restare e per costruire un futuro, facendo tesoro di ciò che siamo stati e rimanendo aperti alle sfide che ci aspettano. La ‘restanza’ è un atto consapevole: non è una semplice permanenza, ma una scelta attiva di voler costruire qualcosa di nuovo, mantenendo intatta la memoria di ciò che ci ha preceduto”.