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Elce Magazine

UNIONE SPORTIVA ELCE

2025-12-07 11:34

Viola Nigro

Borghi, Attualità,

UNIONE SPORTIVA ELCE

40 ANNI DI PASSIONE, VOLONTARIATO E SPORT VERO     di Viola Nigro  Quarant’anni. Un numero che pesa, se si pensa a quanto sia difficile oggi mantenere...

 

 

 

 

 

 

40 ANNI DI PASSIONE, VOLONTARIATO E SPORT VERO

 

 

 

 

di Viola Nigro

 

 

Quarant’anni. Un numero che pesa, se si pensa a quanto sia difficile oggi mantenere viva un’associazione sportiva di paese, senza fondi, senza corsie preferenziali, senza la comodità delle grandi società strutturate. Eppure l’Unione Sportiva Elce è ancora qui: viva, presente, credibile. Non grazie alla fortuna, ma grazie alle persone. A tutte quelle persone che nell’arco di quattro decenni hanno scelto di regalare tempo, competenze e cuore alla crescita dei nostri ragazzi.
Lo ricordavo già nell’editoriale del numero 200 del giornale: questo giornale nasce da lì, da quella vocazione collettiva che ha fatto dell’U.S. Elce una comunità prima ancora che un’associazione sportiva.

 

Oggi, in un anno in cui ricorre l’anniversario della firma dello statuto del 1985, la nostra realtà continua a essere animata da un direttivo di sette persone – a volte amici, a volte semplici compagni di strada – che, nonostante differenze e difficoltà, hanno sempre mantenuto viva la missione originaria: offrire sport, educazione e aggregazione a tutti i bambini e ai ragazzi del paese.
Con i mezzi che ci sono, con fatica, ma senza mai smettere.

 

Un’associazione che cresce: quasi 150 atleti tra volley e calcio

L’U.S. Elce oggi significa quasi 150 atleti all’anno, dai più piccoli ai più grandi. Vuol dire calcio, pallavolo, mini-volley. Vuol dire gruppi che aumentano, e strutture che spesso non bastano più a contenerli.

 

Quest’anno, dopo una pausa forzata, la pallavolo è tornata ufficialmente nei campionati, sia con la squadra maschile allenata da Benito Biadi sia con quella femminile con al timone Benvenuto Malgieri coadiuvato da Gerardo Del Tito. Una ripartenza che dà entusiasmo, che riporta i nostri giovani a confrontarsi con altre realtà sportive, finalmente di nuovo in un contesto ufficiale.

 

Il mini-volley è pienissimo, un dato che, al di là delle cause, testimonia la fiducia delle famiglie verso l’associazione.

 

La scuola calcio: tra difficoltà, impegno e soluzioni concrete

La scuola calcio continua a essere una delle colonne portanti dell’associazione. Tre gruppi solidi, seguiti dai mister Mariano Doto, Pasquale Capano e Pasquale D’Onofrio - calciatore della Seconda Categoria, che ha scelto di dedicarsi anche ai più piccoli: un valore aggiunto sia tecnico che umano.

 

Ci sono stati anche momenti complicati. Il gruppo dei nati nel 2012, per mancanza di numeri sufficienti, non ha potuto essere formato. Invece di abbandonare quei ragazzi, l’associazione ha cercato e trovato una soluzione: l’accoglienza presso la scuola calcio degli amici di Accadia. Una scelta che richiede umiltà, collaborazione e senso del territorio: qualità che spesso le società piccole hanno più delle grandi.

 

La verità è che la scuola calcio dei paesi non ha le stesse possibilità di quelle delle città. I costi, le distanze, i favoritismi che di fatto esistono anche tra i club. E allora si lavora con ciò che si ha, inventando percorsi, organizzando incontri con altre scuole del circondario, costruendo una realtà che - pur senza un campionato federale - resta degna di essere chiamata “scuola calcio”.

 

Il palazzetto, affittato dal Comune e regolarmente pagato dall’associazione, è oggi il cuore pulsante di tutte le attività: utilizzato praticamente tutta la settimana, weekend compresi, si rivela però ormai troppo stretto per accogliere numeri in costante crescita. È l’unica struttura disponibile, purtroppo non più gratuita come in passato, e i pagamenti vengono sempre onorati dalla società.

 

Da tempo è stata avanzata la richiesta di poter utilizzare una seconda palestra per la pallavolo, ma non ha mai ricevuto una risposta concreta: una mancanza che penalizza il territorio e limita le possibilità di crescita sportiva dei nostri ragazzi. 

 

Eppure, nonostante tutto, si va avanti. Come si fa, con tenacia, da quarant’anni.

 

Il gruppo della Seconda Categoria: equilibrio, sacrifici e appartenenza

Accanto al lavoro sui più piccoli, continua anche l’impegno della società nella Seconda Categoria, guidata da Pino De Martino, ex calciatore di Serie A che ha scelto di mettere la sua esperienza al servizio della nostra realtà.

 

Nonostante le discussioni che a volte circolano sul numero di giocatori del paese presenti in rosa, la realtà è ben diversa: Ambrosino Luigi, Pasqualino D’Onofrio, Fabio e Antonio Lamatrice, Bruno Daniele, Rino Pizzo, Alfonso Conte, Andrea Antonaccio, insieme ai più giovani come Domenico Suriano e Paolo Campanella, rappresentano una componente locale significativa, affiancata da calciatori esperti che garantiscono competitività e continuità.

 

Ma la Seconda Categoria deve convivere anche con una grande difficoltà: la mancanza del campo sportivo, un’assenza che pesa come un macigno sul piano economico ed emotivo.
Senza un campo “di casa”, diventa difficile motivare i ragazzi, manca il tifo, manca quel senso di appartenenza che nasce quando giochi davanti alla tua gente. 

 

La carenza di un campo a 11 penalizza anche il settore degli Under, quei ragazzi che un domani dovrebbero alimentare la prima squadra.

 

Su ogni partita di campionato o qualsiasi iniziativa di calcio a 11 grava il peso della trasferta fin quando non ci sarà il campo “di casa”, quindi ulteriori risorse economiche da mettere a disposizione.

Lo scorso anno la USD Elce Deliceto ha potuto contare sul Comune di Deliceto come main sponsor: l’ente si è fatto carico del noleggio del campo sportivo di Ordona per l’intera stagione.
Quest’anno la necessaria partecipazione del comune fatica ad arrivare, ma resta una speranza sempre viva, in considerazione dell’atteggiamento generoso dell’ente verso altre iniziative di associazioni e privati che operano a livello locale.

 

A inizio campionato si era individuato il campo sportivo di Candela come campo di “casa”: vicino, facilmente raggiungibile, ideale per favorire la presenza del pubblico. Ma questioni amministrative hanno improvvisamente impedito a tutti gli utenti di utilizzarlo.

 

Così, grazie alla disponibilità del sindaco di Ordona, il campo ordonese ci ha nuovamente accolti a campionato già avviato, nell’attesa di riavere finalmente un impianto sportivo. Un luogo che – per chi si impegna nello sport e per l’amministrazione – non dovrebbe essere considerato solo come una struttura, ma come un simbolo della nostra identità.

 

E’ una vita difficile quella delle società sportive…….

 

Da quarant’anni: una continuità che è identità

Dal 1985 ad oggi, l’Unione Sportiva Elce non si è mai fermata.
Ha cambiato persone, gruppi, metodi, ma non ha mai perso il senso profondo della propria esistenza: dare ai bambini e ai ragazzi del territorio uno spazio di crescita reale, sano, educativo.
Non un parcheggio, non un passatempo. Ma uno sport vero, fatto di allenamenti, partite, vittorie, sconfitte, disciplina e divertimento.

 

Lo sport che forma. Lo sport che unisce.

 

Le nuove generazioni, le famiglie, il paese intero forse non si rendono conto fino in fondo del patrimonio che l’U.S. Elce rappresenta.
È un’associazione che vive solo grazie al volontariato, alla passione quotidiana di chi non guadagna nulla se non la soddisfazione di vedere crescere i ragazzi.

 

In un tempo in cui tutto costa, tutto si compra e tutto si pretende, questa è una rarità.

Quarant’anni sono un traguardo.
Ma anche una promessa: quella di continuare, insieme, a far crescere una realtà che appartiene a tutti.